Riqualificazione di una torre

Winterthur, Svizzera – Burkhalter Sumi Architekten

                  


Con la realizzazione di un corpo agganciato all’edificio esistente – una torre abitativa di dodici piani costruita nel 1960 dall’architetto Hans Isler – viene raggiunto lo sfruttamento massimo permesso su questo lotto di Winterthur.
Grazie all’intervento è stato possibile risanare la facciata a nord e nel contempo mantenere il cospicuo insieme di alberi esistente. Ogni quattro dei piccoli appartamenti dell’edificio esistente sono stati ricavati due appartamenti per famiglie. Nell’ampliamento sono disposti duplex e alloggi-studio, ispirati in sezione alla “Unité d’habitation“ di Le Corbusier ma collegati al corpo scale esistente tramite un pianerottolo comune che evita la “rue intérieure“ del modello di Marsiglia.
La facciata compatta, intonacata, avvolge l’edificio unendo la torre con la sua nuova estensione.
La colorazione dei parapetti e degli intradossi delle finestre delle camere da letto trasforma la facciata in un “intreccio“, mentre gli elementi tessili tesi lungo tutta l’altezza dell’edificio proteggono la vista dei balconi. „Intreccio“ e struttura tessile introducono una nuova dimensione più ampia.
Il senso di quest’opera rientra nel processo di risanamento energetico di edifici degli anni 50, 60 e 70 attualmente in corso in Svizzera, abbinato alla creazione di un valore aggiunto grazie all’ottimizzazione dello sfruttamento massimo consentito, conseguente all’avvenuto ripensamento dei piani regolatori.
In particolare, il tema è la densificazione della città-giardino attraverso una fusione architettonica intelligente tra vecchio e nuovo, attenta ai diversi criteri di sostenibilità (ambiente, economia, società).
Il risultato di questo lavoro è la presa di coscienza che il potenziale per la sostenibilità risiede proprio in ciò che già esiste!


Attraverso un singolo concetto – l’annessione dell’elemento “zaino” contente i nuovi appartamenti – vengono risolte problematiche di ambiti diversi: la facciata a nord è automaticamente (e in pratica gratuitamente) coibentata; la scala esistente viene provvista di una chiusa e della possibilità di evacuazione sul tetto e adempie in tal modo alla funuzione di scala di sicurezza secondo le nuove norme antincendio; l’elemento agginto viene eseguito in calcestruzzo armato e funge da struttura antisismica per la torre (a suo tempo realizzata completamente in muratura).
I quattro piccoli appartamenti nella torre esistente sono ripensati per dare forma a due appartamenti di più grandi dimensioni. I nuovi inquilini creano un rinnovato senso di comunità, capace di rivalutare l’edificio e di favorire una ripresa dell’intero quartiere. Si arresta così il processo d’invecchiamento di una parte di città: i bambini riempiono di nuovo gli asili d’infanzia e le scuole del vicinato.
Si tiene conto dei due fattori decisivi per la riduzione dell’energia grigia: compattezza e minor impiego di massa possibile. Il rapporto tra superficie dell’involucro e superficie di riferimento energetico viene ridotto con l’aggiunta dell’elemento aggettante da 0.85 a 0.73, il che rappresenta un valore estremamente positivo. Con il riutilizzo attivo della costruzione esistente si minimizza l’apporto di nuova massa edilizia. Inoltre l’edificio viene adeguatamente isolato e i ponti termici nella zona dei balconi massicciamente ridotti.
Densificando le zone interne alle aree urbane, già connesse alle infrastrutture, si evita di creare ulteriore mobilità indotta (fattore di localizzazione).
L’insieme di alberi piantumati nel 1960 è integralmente conservato e le superfici verdi non vengono alterate.



La compattezza dell’edificio a torre garantisce la redditività del progetto. Inoltre grazie al riuso delle risorse antropiche è possibile ridurre la costruzione ex novo a una piccola parte (si risparmiano così le riserve endogene di materie prime ed il conseguente trasporto fino al sito di costruzione), non sono necessari ulteriori lavori di scavo e vengono eseguite solo demolizioni limitate.
L’efficienza della superficie della torre viene inoltre accresciuta con il collegamento dei nuovi appartamenti al sistema di circolazione verticale esistente.
Con il risanamento della facciata il ciclo di vita dell’edificio viene prolungato fino a raggiungere con buone probabilità i 100 anni. La superficie intonacata facilita e riduce gli oneri per la manutenzione, mentre l’impiego di lana di roccia assicura la riciclabilità dei materiali.

La città-giardino con il suo patrimonio arboreo e il forte segno distintivo impresso dalla torre di Hans Isler del 1960 vengono preservati praticamente senza compromessi. Le obsolete misure di risanamento degli anni Ottanta, costituite dall’aggiunta di pannelli in lamiera, vengono eliminate. La torre veste un abito nuovo e si fa portavoce di una nuova identità.
La compatta facciata intonacata avvolge e unisce la torre preesistente e la sua estensione. Parapetti e intradossi delle finestre delle camere da letto assumono una nuova dimensione, configurandosi come un grande intreccio, grazie alle differenti colorazioni e agli inserti riflettenti di carburo di silicio; gli elementi tessili appesi per l’altezza di dodici piani proteggono i balconi dagli sguardi esterni e dal vento.




CREDITI

                                  
Committenza

Winintra AG c/o UBS Fund Management ( Switzerland ) AG, Aeschenvorstadt 48, Basel

Impresa

Allreal AG, Zürich

Direzione lavori

Ashwin Teesink, Reto Rutz

Architetti

Bednar Albisetti Architekten, Winterthur (collaboratori: Regina Fehr)

Burkhalter Sumi Architekten gmbh, Zürich (collaboratori: Aret Tavli)

Ingegnere

Nänny & Partner AG, St. Gallen

Ingegnere RVS

3-Plan Haustechnik AG, Winterthur

Ingegnere elettrico

Gutknecht Elektroplanung AG, Au

Fisica della costruzione

Zehnder & Kälin AG, Winterthur

Architetto paesaggista

Thomas Steinmann, Winterthur

Fotografie esterno

Heinrich Helfenstein, Burkhalter-Sumi Zürich

Fotografie interno

Heinz Unger, Schlieren


                     

Postato nella categoria: Premio Architettura Sostenibile.

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